Visto che finora le abbiamo nominate, è bene chiarire in che rapporto le Confraternite stessero con la processione dei Misteri. A prescindere dall'importanza del ruolo sociale, la maggior parte delle Confraternite a Trapani non avevano attinenza con le uscite delle processioni della Settimana Santa.
Ufficialmente solo quella di S. Michele, di Sant' Anna e di Maria SS. di Monserrato prendevano parte al rito processionale del Venerdì Santo (vanno aggiunte quella di Maria SS. di Custonaci, che si era fusa nel 1625 con quella di Sant'Anna, e quella "della via Crucis" e degli Agonizzanti, il cui legame con la morte del Cristo è evidente). Per correttezza puntualizzo che questa affermazione deriva dalla precisazione fatta dal Cammareri nel suo libro, che, a sua volta, ha avuto altre fonti. Dico, inoltre, che le notizie raccolte e sintetizzate in questa pagina le ho desunte dal testo del Cammareri.
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incappucciati di Sant'Annella |
Nel XVI secolo in città, come in altre parti della Sicilia, erano nate numerose iniziative per aiutare il prossimo, ma solo alcune in particolare sono state realmente legate a questo rito religioso. Anche a Trapani il loro scopo non si discostava molto da quelli che erano i loro obiettivi nel resto dell’Italia. Le Confraternite inizialmente erano associazioni di laici, in seguito anche religiose, che si dedicavano a opere umanitarie e a pratiche di culto.
Nate nel Medioevo da libere iniziative di privati, dopo un lungo proliferare, con il Concilio di Trento (1545-1563) ebbero formalizzazione giuridica. Quasi sempre la loro azione si sviluppò attorno ad associazioni professionali o di mestieri. Ma, al di là del soccorso verso le categorie lavorative, le forme di assistenza materiale e spirituale venivano rivolte anche verso tutta la collettività. Le entrate degli associati, anche se numerose, non erano laute (a causa delle quote associative basse), ma a queste si aggiungevano le donazioni dei ceti più ricchi o le elemosine, i lasciti e così via.
Ogni Confraternita si riuniva all'interno di un oratorio di una chiesa o di una piccola cappella ed adottava le sue forme di assistenza e di carità in dipendenza dalla ricchezza che possedeva. Con i bilanci si celebravano messe in suffragio dei morti, si organizzavano processioni in occasioni di feste particolari, si distribuivano aiuti materiali ai poveri, alle vedove e agli orfani. In occasione delle feste poi si distribuivano agli indigenti pane, carne, sale, vino ecc... Alcune si assunsero il compito di curare gli ammalati negli ospedali, di assistere gli emarginati, di proteggere i vagabondi e gli immigrati, di provvedere agli appestati nei lazzaretti durante la peste del 1624 a Trapani molte si adoperarono per questa particolare emergenza).
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ex ospedale S. Antonio Abate |
Evolvendosi i tempi esse cedettero il posto o diedero vita ad altri istituti e forme di assistenza e di solidarietà; alcune Confraternite si trasformarono o scomparvero, altre si fusero o si divisero.Tra il XVI e il XIX secolo a Trapani si contavano 16 Confraternite più 40 Congregazioni (la differenziazione non è ben chiara). Una cosa è certa, le Confraternite, le Congregazioni o le Compagnie (come venivano anche chiamate) avevano già avviato quel processo di solidarietà umana e sociale che oggi a noi appare così consolidato ed esclusivo dei nostri giorni.
Qui ricordiamo: la Compagnia di Sant'Antonio Abate, fondata nel 1535 nella omonima chiesa, che godeva di una grossa rendita annua;
la Compagnia della Carità di S. Croce, detta dei Bianchi (una delle più aristocratiche Confraternite della Sicilia), fondata nel 1556, con sede nella chiesa di San Giacomo maggiore (l'attuale Biblioteca Fardelliana), il cui fine principale era quello di assistere i condannate a morte e di seppellire i cadaveri; la Compagnia di Maria SS. di Monserrato, detta anche dei Cappuccinelli, fondata dai padri Cappuccini nella chiesa omonima sicuramente prima del 1606, data in cui risulta già esistente; la Compagnia di Sant'Anna, fondata nel 1608 nella chiesetta volgarmente detta di "Sant'Annella"; la Confraternita di San Michele, antichissima, risalente al Medioevo, che nel 1528 ebbe sede nella chiesa omonima e nel 1643 si trasformò in Compagnia fondendosi con quella del Sangue di Cristo (all'inizio detta Società del Sangue di Cristo). Nel 1646 in seguito alla fusione, la Confraternita divenne l'unica depositaria del rito del Venerdì Santo acquisendo il diritto di incedere davanti la sfilata (fino al 1998).
Allocate entrambe nella stessa sede le due compagnie si divisero nel 1778 seguendo strade diverse: nel 1803 la Compagnia del Sangue di Cristo venne sciolta per mancanza di confrati e di capitali, la Compagnia di San Michele, invece, rimase nella sua sede fino a quando questa non fu distrutta nei bombardamenti del '43, a seguito dei quali, nel dopoguerra, venne ricostruita accanto al Seminario nel rione Raganzili; l'antica Compagnia della "Gurga" (la data di nascita non è certa) in origine chiamata Confraternita di S. Maria delle Grazie che ebbe come sede la cappella della Gurga, nella via omonima, formata da pescatori che si dedicavano ad accudire gli appestati; la Compagnia di S. Matteo, il cui scopo era di far "maritare" le orfane e di nutrire gli ammalati degli ospedali, istituita nel 1535 che veniva chiamata volgarmente degli "Azzoli" per il colore azzurro del cappuccio ritenuto repellente al contagio; la Compagnia di S. Maria del Monte Carmelo, fondata nel 1587 nella Chiesa del Carminello (in via Garibaldi) e che per questo fu denominata "del Carminello"; la Compagnia dell' "Itria", creata nella prima metà del XVI secolo, che aveva sede nell'omonima chiesa di via Garibaldi; la Compagnia di Maria del SS. Rosario detta del "Rosariello", sorta nel 1564 nell' oratorio del convento di San Domenico i cui confrati avevano il compito di raccogliere le elemosine; la Compagnia di S. Giuseppe, che sorse nel 1604 nella chiesa omonima (dove oggi c'è il palazzo Ariston) che per istituto si dedicava a "maritare" le figlie dei confrati (falegnami) defunti.
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compagnia dei Bianchi disegno dal libro del Cammareri |
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la Confraternita di San Michele dava l'incipit alla processione |
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