La processione dei Misteri prima di giungere
alla configurazione attuale, attraverso le dinamiche sociali e le contingenze
di ogni epoca, ha subito diverse modifiche circa l'entourage dei Sacri
Gruppi.
Il processo
di evoluzione, pur nella conservazione e nella difesa della tradizione
plurisecolare, ha introdotto sporadicamente diversi elementi di novità che ne
hanno solo alterato qualche aspetto originario o più vecchio senza tradirne lo
spirito iniziale. Gli interventi hanno più che altro giovato all'aspetto
spettacolare ed estetico della manifestazione attribuendole un carattere più
confacente alle esigenze del momento storico e sociale.
E'
impossibile parlare di tutte le variazioni che hanno modificato il rituale
attraverso i cinque secoli in cui si è svolto, ma ritengo che sia necessario
soffermarsi almeno su alcune di esse, alcune delle quali testimoniano anche
l'inventiva e la creatività degli allestitori. A riprova di quanto detto
riporto qui alcuni esempi che evidenziano le introduzioni più innovative, i
mutamenti e le modernizzazioni più evidenti.
Fin dal suo
nascere la processione aveva inizio con l'arcangelo Gabriele che procedeva a
piedi davanti lo stendardo e i confrati di San Michele. Alla fine dell' '800,
per annunciare il passaggio del corteo, furono introdotti tamburi e trombe.
Negli anni trenta del secolo scorso era apparso un centurione romano a cavallo,
accompagnato da uno staffiere, che andava innanzi dando l'incipit alla
sfilata. Tra gli anni trenta e quaranta dello stesso secolo, prima che i Gruppi
rientrassero nella chiesa di S. Michele, nel Corso Vittorio Emanuele, al
termine della sosta, avveniva un lancio di colombi. Sarebbe inoltre troppo
lungo enumerare tutte le altre curiosità, o i cambiamenti d'orario di uscita e di
entrata dei Gruppi concentrati soprattutto nel periodo prima e dopo la guerra.
Ferma restando l'ora di inizio della processione alle ore 14.00, dagli anni '50
in poi non si verificarono più variazioni d'orario d'entrata, tranne che nel
1966 quando si contrasse nuovamente la durata della manifestazione, facendola
terminare alle tre della notte. In seguito alle proteste fu ripristinato il
vecchio orario di entrata, fissato nella prima mattinata e che, nelle ultime
edizioni, si allunga di anno in anno.
Quanto all'illuminazione dei gruppi essa ha subito alterne vicende passando dai tradizionali ceri all'uso dell'elettricità.
Quanto all'illuminazione dei gruppi essa ha subito alterne vicende passando dai tradizionali ceri all'uso dell'elettricità.

Anche gli
addobbi floreali si sono trasformati nel corso dei decenni più recenti. Le
composizioni, inizialmente molto semplici e formate da fiori di poco costo,
sono state sostituite da altre più elaborate, formate da fiori più rari, dai
colori meno forti e significativi di quelli tradizionali (come il rosso e il
viola tipici della passione). Ogni anno si verifica una scelta sempre più
ricercata sui fiori per l’addobbo dei Gruppi (alcuni si fanno giungere anche
dall’estero) e questo, oltre a comportare una spesa non indifferente,
contribuisce a conferire una certa nota di esoticità, piuttosto estranea al
contesto sacro di cui fanno parte.
Riguardo ai
processionanti o figuranti la maggior parte ormai vengono reperiti soprattutto
fra i giovani e spesso vestono con abiti che non hanno niente a che fare con il
ceto o la categoria che rappresentano. Fino a qualche anno fa indossavano
rigorosamente sacchi e cappucci, oggi invece, vestono abiti colorati (a volte
lasciando intravedere scarpe da ginnastica sotto i costumi tradizionali) e
divise anacronistiche che si confondono agli abiti scuri o ai sai colorati.
Una
modificazione molto più funzionale rispetto alla soluzione originale, riguarda
l'uso dei supporti esterni e di appoggio dei gruppi statuari. Al momento della
loro realizzazione le vare furono supportate dalle forcine che
risultavano molto scomode per i portatori durante le soste, perché, rimanendo
in equilibrio, dovevano reggere un peso non indifferente (basti pensare che
ogni gruppo pesa dai 500 ai 900 chili).
Per questo dopo la seconda guerra mondiale, al posto delle forcine furono fissati i cavalletti di legno, molto più comodi per effettuare le fermate. Per coprire i cavalletti nel 1950 furono introdotti i drappi di velluto nero con l'indicazione scritta del ceto o di più ceti di appartenenza.
Una delle ultime innovazioni riguarda l'eliminazione dai vari cortei di tutti gli incappucciati, emblema della processione, dominanti ancora a Caltanissetta e ad Enna, ed elemento numeroso soprattutto nelle città dell'Andalusia. La decisione della loro eliminazione, adottata nel 1999 dall’allora vescovo della diocesi di Trapani Sua Eccellenza Francesco Micciché, suscitò a suo tempo non poche critiche perché considerata una manomissione della secolare tradizione.
Per questo dopo la seconda guerra mondiale, al posto delle forcine furono fissati i cavalletti di legno, molto più comodi per effettuare le fermate. Per coprire i cavalletti nel 1950 furono introdotti i drappi di velluto nero con l'indicazione scritta del ceto o di più ceti di appartenenza.
Una delle ultime innovazioni riguarda l'eliminazione dai vari cortei di tutti gli incappucciati, emblema della processione, dominanti ancora a Caltanissetta e ad Enna, ed elemento numeroso soprattutto nelle città dell'Andalusia. La decisione della loro eliminazione, adottata nel 1999 dall’allora vescovo della diocesi di Trapani Sua Eccellenza Francesco Micciché, suscitò a suo tempo non poche critiche perché considerata una manomissione della secolare tradizione.
I Sacri
Gruppi infatti, sono stati per quasi tre secoli preceduti da lunghe file di
incappucciati le colorazioni dei cui sacchi e cappucci (negli ultimi anni, per
la verità, un po' estrose) si credeva variassero in rapporto alla Confraternita
d'appartenenza. Ma in realtà le Confraternite che a Trapani avevano una stretta
attinenza con i riti della Settimana Santa erano solo tre (vedi libro di Cammareri):
di San Michele Arcangelo, di Sant'Annella e di Maria SS. di Monserrato, la
prima, anzi, era stata il motore
propulsore della processione del Venerdì Santo.
![]() |
la storica confraternita San Michele arcangelo |
Secondo il
vescovo gli incappucciati costituivano un elemento laico e folkloristico che
non era rispondente alla verità storica, inoltre quel “cappuccio” impediva di
vedere chi si celasse sotto.
Le polemiche sono pervenute dagli "afisionados" degli incappucciati e da alcuni consoli delle Maestranze che ritenevano l'allestimento della processione mancante della sua componente più importante, come un abuso alla tradizione e l'ingerenza del vescovo non propriamente pertinente.
Le polemiche sono pervenute dagli "afisionados" degli incappucciati e da alcuni consoli delle Maestranze che ritenevano l'allestimento della processione mancante della sua componente più importante, come un abuso alla tradizione e l'ingerenza del vescovo non propriamente pertinente.
Del 2002,
infine, è l'introduzione di un coro di 150 bambini della Scuola Elementare
Umberto di Savoia di Trapani che hanno cantato nenie funebri (canti della fine
del Settecento) durante il tragitto del corteo, esclusa ovviamente la durata
notturna. Il coro precede il gruppo de La Coronazione di spine
(ceto dei fornai). L'iniziativa, portata avanti dal capo-console G. Lantillo e
dalla dirigente scolastica F. Scalabrino, rientrava in un progetto formativo di
apertura verso il territorio e ai valori "popolari ed umani" ed è
stato ritenuta dalle istituzioni locali e dall'autorità religiosa, sua Eminenza
il Vescovo Micciché, degna di ammirazione ed esempio da imitare nel futuro.
L’esperienza, dopo il
successo iniziale, è finora proseguita con lo stesso entusiasmo iniziale da
parte di tutti gli organizzatori e non
c’è stato motivo di ritenere che non potesse continuare anche in futuro, come infatti si è verificato fino ad oggi. Numeroso anche il seguito dei
genitori degli allievi che ogni anno accompagna il coro e che non può che essere
immancabile per la giovanissima età dei coristi.
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