Capolavori artistici

   I Gruppi dei Misteri comprendono statue riprodotte a grandezza naturale ed eseguite secondo una tecnica di lavorazione, unica nel suo genere che utilizzava tela e colla, chiamata arte del carchétL' inventore ne fu Giovanni Matera, vissuto a Trapani nel XVII secolo e noto come creatore di figurine di presepe (i maestri "pasturari", furono i primi artisti della "telacolla"). Si tratta in tutto di 78 statue nella cui costruzione sono stati utilizzati legno di cipresso per le teste, le mani, i piedi e i busti dei personaggi; sughero, sovrapposto all'ossatura di legno, per modellare il corpo e tela imbevuta di colla per la copertura delle vesti. Le statue sono fissate su vare, cioè supporti costituiti da una base di legno indispensabile per appoggiarvi le statue onde poter creare le scene.

Chiesa del Purgatorio
una vara senza il drappo
   La matrice artistica è locale: la realizzazione dei Misteri si deve agli artisti trapanesi quali Milanti, Ciotta, Pisciotta, Nolfo, Tartaglia e Tipa che costruirono i gruppi tra i secoli XVII e XVIII. 

   I Misteri vengono considerati dai trapanesi un patrimonio di grande valore artistico per questo sono stati sempre gelosamente protetti e curati nell'arco del tempo. Purtroppo hanno subito diverse vicissitudini e qualcuno anche dei danni fisici e strutturali. Arrivati indenni sino alla seconda guerra mondiale, più di un gruppo subì gravi danni o venne distrutto allorché un bombardamento, nel 1943, distrusse la chiesa di San Michele, loro sede naturale, nel cui Oratorio erano locati. Le Maestranze col concorso della Regione Siciliana, in anni immediatamente successivi provvidero a rifare nella forma originaria quelli distrutti e a restaurare quelli danneggiati affidandoli a valenti scultori come Li Muli, Cafiero, Fodale, e Messina, anch'essi trapanesi. Il restauro, che è continuato ad essere effettuato periodicamente (ormai tutti i gruppi sono stati restaurati) è stato l'unica tecnica possibile per assicurare la loro conservazione alle generazioni future. Ogni anno, inoltre, prima dell'uscita i Gruppi vengono sottoposti a specifiche manutenzioni come la pulitura dalla povere e dalle incrostazioni della cera, e la lucidatura dei materiali preziosi. 
   I Misteri, nonostante si dica che appartengano ad un'arte popolaresca, sono opere di grande fattura artistica, degne di considerazione e di prestigio. A tale proposito meritano un'attenzione particolare non tanto i personaggi principali quali il Cristo, la Madonna o gli Apostoli, per i quali l'iconografia è quella tradizionale, ma tutta quella gamma di personaggi, per così dire minori (centurioni, soldati, giudei ecc.) per cui gli artisti si ispirarono a tipi e figure di popolani presi dalla realtà quotidiana della città. Le fisionomie di quest'ultimi appartengono infatti a pescatori, artigiani, popolani ecc. trapanesi dei secoli scorsi.


volti popolani
  


a sinistra
 il cosiddetto boia
 Il pregio artistico dei Misteri è considerevole ed esso non consiste solo nell'espressione dei volti e nell'atteggiamento delle figure o nel panneggio delle vesti, ma anche nella disposizione dei personaggi inseriti nei quadri scultorei. 
Le composizioni statuarie, infatti, sono eseguite in modo del tutto originale e rispondono a principi di semplice naturalezza e di perfetta armonia. Nell'impostazione delle scene gli artisti, poi, pur ispirandosi al racconto dei Vangeli, si concessero qualche interpretazione personale (cosa che, in verità, non nuoce alla narrazione) introducendo, a volte, personaggi nuovi non citati dagli evangelisti.

esempio di spagnolismo 
   L’influsso barocco si fa notare in tutte quegli ornamenti preziosi, per lo più armature, di cui i Misteri sono ricoperti. Gli abili cesellatori che avevano creato aureole, croci, corone di spine, calici, brocche, catene, bandoliere, cinture, scettri, elmi e pennacchi e armature varie (spade, pugnali, sciabole, scimitarre, lance e alabarde) seguirono la moda del momento storico cioè risposero ai dettami artistici del barocco. Nel secolo scorso i Gruppi si sono ulteriormente arricchiti di numerosi e preziosi ex voto offerti da fedeli, anch'essi finemente lavorati.


tipico pennacchio
   Quanto, poi, alla rispondenza storica dei contenuti narrati, salta evidente all’occhio che la rappresentazione scenografica non è ambientata nel periodo dell'occupazione romana della Palestina ma al tempo della dominazione spagnola in Sicilia. Gran parte dei costumi dei personaggi e le divise dei soldati risentono, forzatamente, dello spagnolismo del XVII e XVIII secolo (come gli immaginari pennacchi dei centurioni romani).
   
    

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